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Messaggio Mer 05 Set 2007 - 10:59 - Oggetto: Re: la mia esperienza in malawi.

Jedi

   

 
 
 
   
Come se avessi portato tutti con te! Grazie!
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Messaggio Mer 05 Set 2007 - 12:44 - Oggetto: Re: la mia esperienza in malawi.

bourbaki

   

 
 
 
   
anto63 ha scritto:
bourbaki ha scritto:
Cari mimma e peppe, il vostro agire di questi giorni ci ha insegnato cos’è esser Cristiani più di quanto non abbiano fatto tutte le belle parole Cattoliche di Bagnasco, Ratzinger e Ruini dette ai nostri consumistici media.
Grazie.


Questi loschi figuri faremmo bene a darli in pasto alle belve delle jungle Malawiane. Con leoni e iene meglio nutrite il turismo in Malawi "tirerebbe" di più, la sua economia beneficerebbe di un bel "boost" e tutti saremmo contenti.

Rappresentare le Istituzioni della Chiesa è necessario e difficilissimo.
Spesso non mi piace come viene fatto, ma non per questo darei il Papa e i suoi collaboratori in pasto alle belve feroci.
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Messaggio Mer 05 Set 2007 - 14:11 - Oggetto: Re: la mia esperienza in malawi.

camandra

   

 
 
 
   
forse il 22/08/07 mentre girovagavo per girifalco, d'avanti la porta di casa dei suoi nonni, vedo Peppeblus, lo saluto e gli chiedo D: " chi cazzu hfai, parti ? " R: " si parto per l'Africa ". incredulo e pensando fosse una presa per il c... gli rispondo R: "va camina chi ti scordasti nc'tra l 'Africa " e in tutta fretta andai.

leggendo questo ti chiedo scusa per non aver appreso in modo giusto quanto comunicatomi, ti abbraccio e a presto.
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Messaggio Mer 05 Set 2007 - 15:59 - Oggetto: Re: la mia esperienza in malawi.

zydeckt

   

 
 
 
   
bentornato peppeblues...bellissime foto!!
una sola richiesta, quando torni me la scatti una foto del cielo africano?sempre se si può fare, io non sono tanto pratico...

p.s.:il tuo amico lawrence para a kurt in versione africana grasse risate
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Messaggio Mer 05 Set 2007 - 16:50 - Oggetto: Re: la mia esperienza in malawi.

Nella

   

 
 
 
   
Belle foto e bella testimonianza. Ti sei arricchito e hai arricchito anche noi con i tuoi racconti. Grazie e bentornato.
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Messaggio Mer 05 Set 2007 - 17:45 - Oggetto: Re: la mia esperienza in malawi.

Fragolino

   

 
 
 
   
zydeckt ha scritto:
p.s.:il tuo amico lawrence para a kurt in versione africana grasse risate

Shocked confessate, che eravate imboscati fhora de ncunu, i mattuni i ccattastivu a marinaro, a bricichetta era de zebedeo, e trovastivu i marocchini in spiaggia... l'Africa non esiste! U mundu è chiattu, e furna a Schiddhaci! grasse risate

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Messaggio Mer 05 Set 2007 - 20:40 - Oggetto: Re: la mia esperienza in malawi.

Salto

   

 
 
 
   
Laughing Laughing Laughing
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Messaggio Gio 06 Set 2007 - 7:40 - Oggetto: Re: la mia esperienza in malawi.

celeste

   

 
 
 
   
La foto più tenera è questa: Un dottore,un bambino,un uomo..o..un bambino, un uomo e un dottore? Razz


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Messaggio Mer 12 Set 2007 - 12:06 - Oggetto: Re: la mia esperienza in malawi.

peppeblues

   

 
 
 
   
alllego il racconto un piu dettagliato della mia esperienza in africa.
grazie a voi e a chi " vuolse cosi colui che puote ciò che si vuole, piu non dimandare"
poi non vi rompo piu con la mia africa!
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Messaggio Mer 12 Set 2007 - 12:08 - Oggetto: Re: la mia esperienza in malawi.

peppeblues

   

 
 
 
   
Perché? Una domanda che ci chiediamo molto spesso. E la risposta non è sempre semplice! Trovare un vero motivo esecutivo a volte porta a vero stress cerebrale! Io da un po’ di tempo mi chiedo, invece, sempre di piu “ Perché no?”.
Tanto tempo fa, quando ancora cercavamo di costruire una vita insieme, con mimma avevamo il pensiero di voler fare una esperienza di volontariato in africa. Anzi, a dire il vero era piu lei che io. Io ero troppo preso dal completare gli studi che da queste fantasticherie. Cercavo di essere realista. In maniera egoistica forse ma ho sempre pensato che l’eccedere fosse errato non l’essere egoista in se. Almeno io cosi mi sono sempre giustificato con me stesso.
Gli anno sono passati ma il pensiero ad un tratto mi è tornato in mente. Come un vortice che mi massacrava i pensieri. E allora mi sono posto il mio “ Perché no?”. Trovare la SmileMission non è stata certo una impresa ardua. Constatare, poi, che il loro simbolo e il loro motto richiamava quello della mia vita, beh, è stato interpretato da me come un segno del destino. E come disse Coelho nell’”Alchimista” < se individui un segno del destino allora seguilo, sicuramente ti porterà verso la strada che porta al tuo tesoro>. Se anche voi amate i sogni e , soprattutto, sognare seguite quelli che riuscite a percepire.
Ciò che si crea in tanti anni non si può distruggere in poco tempo, e quindi la vera folle della storia appena saputo mi dice tutta incazzata “ beh e che parti da solo? L’idea era mia, non pensare che ti lascio partire da solo”. Voi che fareste nel caso in cui una ragazza, avvocato, di 1,60 m si rivolgesse a voi in modo abbastanza incazzato? . io ho solo risposto “ e perché no? Perché dovrei impedire di partire?”. Cosi avuto inizio la mia prima esperienza in malati. Molti hanno immaginato un inizio poetico e favolistica. No ragazzi è stato come chi decide di smettere di fumare e butta via il pacchetto delle malboro!Perché? Una domanda che ci chiediamo molto spesso. E la risposta non è sempre semplice! Trovare un vero motivo esecutivo a volte porta a vero stress cerebrale! Io da un po’ di tempo mi chiedo, invece, sempre di piu “ Perché no?”.
Tanto tempo fa, quando ancora cercavamo di costruire una vita insieme, con mimma avevamo il pensiero di voler fare una esperienza di volontariato in africa. Anzi, a dire il vero era piu lei che io. Io ero troppo preso dal completare gli studi che da queste fantasticherie. Cercavo di essere realista. In maniera egoistica forse ma ho sempre pensato che l’eccedere fosse errato non l’essere egoista in se. Almeno io cosi mi sono sempre giustificato con me stesso.
Gli anno sono passati ma il pensiero ad un tratto mi è tornato in mente. Come un vortice che mi massacrava i pensieri. E allora mi sono posto il mio “ Perché no?”. Trovare la SmileMission non è stata certo una impresa ardua. Constatare, poi, che il loro simbolo e il loro motto richiamava quello della mia vita, beh, è stato interpretato da me come un segno del destino. E come disse Coelho nell’”Alchimista” < se individui un segno del destino allora seguilo, sicuramente ti porterà verso la strada che porta al tuo tesoro>. Se anche voi amate i sogni e , soprattutto, sognare seguite quelli che riuscite a percepire.
Ciò che si crea in tanti anni non si può distruggere in poco tempo, e quindi la vera folle della storia appena saputo mi dice tutta incazzata “ beh e che parti da solo? L’idea era mia, non pensare che ti lascio partire da solo”. Voi che fareste nel caso in cui una ragazza, avvocato, di 1,60 m si rivolgesse a voi in modo abbastanza incazzato? . io ho solo risposto “ e perché no? Perché dovrei impedire di partire?”. Cosi avuto inizio la mia prima esperienza in malati. Molti hanno immaginato un inizio poetico e favolistica. No ragazzi è stato come chi decide di smettere di fumare e butta via il pacchetto delle malboro!
Ma chi smette di fumare rimane tranquillo il primo giorno, poi inizia la crisi di astinenza, e allora giu con il nervoso. Nervoso per che cosa poi? Dopo il ferragosto ho capito! Avevo paura! Ma ancora oggi non saprei dirvi di cosa. Forse perché non avevo mai preso un aereo, ed ora esordivo con 3 voli da 20 ore? Forse perché mi sarei scontrato con una popolazione completamente diversa da quella a cui ero abituato? Forse perché non mi sentivo all’altezza del compito assegnatomi, e mi sembrava di aver fatto il passo piu lungo della gamba? Tanti forse che messi insieme mi hanno stravolto la testa i giorni antecedenti alla mia partenza.
Ma come una notte insonne prima di ogni esame universitario, al mattino si diventa attivi e la morsa allo stomaco si allenta da sola.
Primo step, Fiumicino aeroporto! E fai il check-in e passa per il controllo del passaporto e imbracati sull’aereo. Che ansia a vedere quel bestione! Cmq salgo è seguo il consiglio del mio amico camillo prima della partenza “ se ti vuoi gustare il viaggio fatti dare il posto al finestrino. Vedrai che spettacolo” . il bestione si alza in volo e non sembra nemmeno cosi brutto come mi avevano avvertito. Arriviamo su su e poi penso a camillo e mi dico “ grazie cami, bel consiglio. Vedere il mondo da qui su è veramente uno spettacolo”. Anche mimma si rilassa vedendomi con il sorriso.
Dopo 2 ore arriviamo all’ereoporto di monaco in germania. Abbiamo solo 6 ore prima del prossimo volo e allora decidiamo di fare un giro in città. In fin dei conti non ci siamo mai stati qui. Facciamo prima il biglietto per essere sicuri di aver svolto la parte burocratica, e via alla ricerca della metropolitana. Arrivati giu ai binari cerchiamo di capire dove dobbiamo andare per dove obbiamo andare. Il centro si chiama marienplatz. Ma vai a capire tu quale cavolo di biglietto ci tocca fare però! Capiamo solo che costa 8,80 euro! E ci lamentiamo di roma! Una signora capisce che noi non abbiamo capito nulla. Ci spiega che ha un biglietto cumulativo per 5 persone, perché costa di meno. Infatti costa solo 5,00 euro! Conosciamo anche gli altri 2 che la signora ha trovato sul binario. Uno è un signore tedesco con cui non riusciamo a comunicare. Poi c’è una signora che parla italiano. Si chiama maria è di un paese vicino bolzano. Anche lei deve aspettare un volo per 6 ore. Il marito sta tornando dal brasile è ha dovuto cambiare volo e quindi arriva piu tardi. Ci chiede di potersi unire a noi. E noi figuriamoci se rifiutavamo! Una guida tedesca che parla italiano non mi sembra vero! Dopo 40 minuti arrivimo a marienplatz. Che bella la piazza! Classica esclamazione da turista. Ma in fondo è vero. Allora esprimo la mia prima richiesta. “ andiamo a berre una birra? Non vorrei rischiare di non bere una birra in terra tedesca!” ci sediamo e io mi ordino la mia bella weiss, mimma un caffè e maria un frullato di carote! Che strane le donne, in germania si beve birra, o no!
Chiedo a maria di cosa si occupa nella vita e lei mi risponde “ ho 5 figli. Cosa vuoi che faccia. Siccome abbiamo una casa grande dovendo fare la casalinga, abbiamo deciso con mio marito di affittare delle stanze tipo bedand breakfast.” Mi descrive la zona in cui vivono e già mi vengono in mente scene da baite di legno e montagne alla heidi! Mi segno il sito e mi autoinvito dalle sue parti. Dopo una mezz’oretta circa iniziamo un giretto per vedere il duomo, un museo e le stradine nei dintorni. Il duomo è mastodontico. Appena entrato faccio presente a mimma che a me dà un senso di grandezza. Lei mi risponde invece che a lei dà un senso di tristezza, per la poca luce che c’è. All’ingresso c’è un impronta su una piastrella di cemento. Ci racconta maria della leggenda che albeggia su di essa. Ovvero, mentre si stava terminando la costruzione del duomo il diavolo aeva deciso di distruggerlo. Entrando e fermandosi in quel punto si rese conto che non vi erano finestre, e andò via. Ma se avesse fatto u passo in piu avrebbe visto anche le finestre. Infatti posizionando il piede in quella impronta le colonne nascondono le finestre. Anche se io dico che si capisce dalla luce che entra. Ma le leggende son leggende anche per questo! Passa il tempo e decidiamo verso le 18,00 di tornare all’ereoporto. Altri 40 minuti di viaggio in metro. All’ aereoporto decidiamo di cenare facendoci consigliare da maria un piatto tipico. Bel consiglio. Non ricordo il nome del piatto ma era una fetta, tipo quelle del pane bianco, di una carne simile a quella dei wusterl, accompagnata da una insalata di patate. Buona poso dire. Alla fine del pasto salutiamo maria e ci dirigiamo verso il secondo aereo. Se il primo era un bestione questo ne è sicuramente padre! Prendiamo posto, io sempre dalla parte del finestrino, e via si ricomincia a volare. Non passano nemmeno 2 ore che, con mimma, poggiamo testa contro testa e cerchiamo di dormire. Certo non è cosi comodo dormire in aereo ma ci proviamo. Io mi sveglio spesso perché la mia grandezza non è consona a quella degli spazi regalataci dalla compagnia aerea, e nel frattempo mi gusto le stelle un po’ piu da vicino.
Troviamo un bar dove possiamo pagare in euro e almeno cerchiamo di passare un'altra oretta. Alle 15,00 ci imbarchiamo per l’ultimo aereo. Air Malawi! La differenza si nota con altre compagnie aeree. Ma ormai ci siamo! Dopo circa altre 2 ore di volo arriviamo a destinazione. Blayntaire!
Con mimma rimaniamo un po’ scioccati dal confronto fra i primi 2 aereoporti e questo. Una piccola stazione ferroviaria sembrava. Scendiamo e ci incanalano in un corridoio per il controllo dei passaporti e la dogana. Sembra la scena di un film ambientato in un commissariato del messico. Costruzione vecchia mal mantenuta, ventilatori al soffitto e poca luce! Per riprendere i bagagli mi parlavano di nastri elettronici, ma qui non ne noto. E poi vediamo un trattore che porta tutti i bagagli li deposita vicino all’entrata e ci indicano che potevamo prendere i nostri. Io ero veramente scioccato. Cominciavo a capire che l’aereo era una macchina del tempo che mi ha teletrasportato nel passato. Nel frattempo arriva Giacomo, il nostro riferimento in malawi. Grazie a lui le pratiche burocratiche si sono svolte con maggiore celerità. Noto che siamo al tramonto, ma che sono le 18,00. nNon facciamo in tempo a mettere le valigie sul PK che fa buio Chiedo a Giacomo e lui mi risponde “ è cosi!”. Inizia il nostro viaggio in terra d’africa e già nei primi km non riesco a proferire parola dalle immagine che scorrono veloci come il Pk.la strada è asfaltata, il buio pesto, e ai bordi della strada. qui tanta gente che cammina e ogni tanto una bicletta senza fari! Solo 150 km, ma senza dire una parola, tant’è che Giacomo credeva che stessi male. Nel tragitto imbarchiamo un ragazzo che conosce Giacomo. Si chiama Coss. Cerco di comunicare con lui, ma riesce meglio a mimma, che se la cava meglio con l’inglese. Ci dice che è un musicista di un gruppo locale, l’Alleluja Band. Lui ne è chitarrista e tastierista. Ci racconta anche di essere stato in italia e di essersi innamorato di una canzone. “Io vagabondo” cantata dai Nomadi! Dopo quasi 2 ore arriviamo alla missione che ci ospiterà. Avevo già visto la struttura sul loro sito, ma dal vivo sembra piu carina. Ci consegnano le chiavi della stanza e ci diamo appuntamento dopo poco per la cena. Qui ci vengono descritte un po’ le regole della missione. Colazione fra le 6 e le 7. pranzo alle 12,00 e cena alle 19,00. la cena si presenta bene, pasta con il pomodoro, companatico come secondo e tante verdure. In fine papaia e banane. Alla fine consciamo don cesare, uno dei parroci della missione. Sembra un ospite del nostro ospedale. Un bel omone con pochi capelli nella parte superiore della testa e che stanno pure all’in su! Ci dice qualcosa, ma il suo italiano è piu sul bergamasco e noi capiamo poco. Ma dopo quel viaggio avremmo capito poco con chiunque. Alle 20,00 c’è il TG1 grazie al satellite e a RAI international. Ma dopo questo siamo alla frutta e entrambi ci avviamo verso un letto. Le stanze sono carine, anche se loro c’è le presentano come modeste. Sinceramente aspettavamo di peggio, ma poi come fuori sede siamo stati abituati anche a situazioni peggiori! Il sonno arriva con semplicità, anche perché il giorno dopo non andremo mica al mare. Ci aspetta la prima vera giornata africana!
Alle 6,00 il sole tenta di svegliarci, ma aspettiamo ancora le 7,00 e via a fare colazione. Caffè nei termos che delle volontarie ci hanno preparato. Tea , latte in bottigliette da mezzo litro e pane bianco da farcire con marmellata di arance e mele. Io mi sparo il mio tazzone di caffè, come sempre, e ci prepariamo per uscire. Notiamo che i cancelli si aprono come quelli di alibabà, poi notiamo che sono mossi da omini che svolgono i loro lavoro quotidiano
Al nostro passaggio ci fanno mille saluti, chiamandoci bambo. Capirò dopo che significa “ capo”! guardandoli in volto intuisco che hanno qualcosa che non và, e che la carità cristiana della missione li mantiene li per giustificargli anche un misero stipendio.
Intanto, io e mimma, seguiamo Giacomo che ci conduce alla nostra sede operativa la “ Dental Clinic”. Conosciamo Lawrence e Flocy, dental therapyst e assistent del posto. Quindi iniziamo un piccolo giro di conoscenza nella sezione ottica dove Luiss, che hanno inviato in italia per studiare, ci fa da cicerone nel suo regno. Poi la sezione dove vengono praticati vaccini e prelievi. Giacomo a questo punto ci conduce dall’altra parte della strada dove si trova la clinica destinata alla cura dei malati di Aids e Sieropositivi, fondata da una onlus di cui non ricordo il nome e ora gestita dalla comunità di santegidio. Ci viene spiegato che non ci sono medici locali se non quelli che hanno studiato all’estero, perché in malati non vi sono università. Tutti coloro che sono li sono parificati a dei paramedici. Ci fanno visitare la struttura, ben organizzata, e ci spiegano che sono collegati tramite internet all’università “Torvergata” di Roma. Servono qui strutture del genere dato che la diffusione di questo terribile virus qui è quasi sul 50% della popolazione
Giacomo ci porta a visitare anche un'altra struttura ancora da completare. È la nuova sezione dalla maternità per donne sieropositive. Per non mischiarle con quelle che non lo sono.
Sono passate quasi 1,5 ore e chiedo di tornare alla dental clinic per iniziare il nostro vero lavoro. Arriviamo che ci sono già 2 pazienti.
Una delle 2 pazienti era già accomodata sulla poltrona del riunito. Lawrence mi chiede “what do you think?”. Io vado a mettere il camice , indosso guanti e mascherina e cerco uno specchietto per osservare. Dente distrutto, purtroppo è da estrarre. Con il mio inglese maccheronico dico “extraction!” e lui “ ok, i want see you!”. “ ok” rispondo. Cerco la mia leva la mia pinza, che sono ben imbustate e dopo aver eseguita l’anestesia, in 2 minuti estraggo il dente.
il secondo pazienteviene fatto accomodare, dopo aver fatto sistemare la stanza da flocy. cerco di osservare le modalità con cui svolge queste operazioni, per eventuali
modifiche da adottare. ma sono stati ben istruiti precedentemente in merito. il secondo paziente necessità di una otturazione. mi cimento ancora in una spiegazione in
inglese. " Lawrence, in this case dobbiamo fare una otturation!". mimma mi guarda un pò scioccata per la convinzione con cui mi sono espresso, ma dato che Lawrence
inizia a preparare la giusta strumentazione, inuiamo che, cmq, ha capito. vuole che la esegua io. ho capito che vuole vedere come lavoriamo per imparare.
in seguito saranno arrivati non piu di altri3 pazienti. alle 11,45 giacomo viene a prenderci per andare a pranzo. bisogna rispettare le regole della casa.
pranzo sempre all'italiana, con pasta al pomodoro e un secondo di carne. don cesare sembra abbastanza arrabbiato, e il silenzio regna a tavola. lui finisce il
pranzo in, circa, 15 minuti, e uindi va via. chiediamo se fosse arrabbiato e ci rispondono che la cosa è ben evidente. intanto a tavola conosciamo altre 3 persone. giuseppe
e sua moglie maria, e la signora emma. età media di 70 anni. iniziano a raccontarci la loro storia. fanno parte di una associazione che si chiama "seconda linea missionaria."
anzi, giuseppe ne è il presidente. hanno la loro sede ad ostia, vicino roma. mi spiega che il loro compito è raccogliere fondi per finanziare le opere che sviluppavano
poi nelle varie missioni. hanno finanziato prima missioni sia in uganda che in mozambico, e ora si stavano impegnando quasi totalmente del malawi. in piu erano
in malawi per cercare e avere notizie di una parte dei 1500 bambini che hanno in adozione con la loro associazione. bello parlare con loro anche perchè hanno solo 35 anni
di esperienza in merito. l'associazione si chiama seconda linea missionaria proprio perchè in prima linea loro considerano i missionari, che però devono avere un sostegno in
qualche modo. e loro fanno da seconda linea ai missionari.
dopo il caffè ritorniamo al lavoro. abbiamo già nuovi pazienti e questa volta dico a lawrence che sono io che voglio vedere lui. perchè voglio vedere come lavora e se impostarlo
diversamente. vediamo 4 pazienti e verso le 16,00 in pratica mi avvertono che la giornata lavorativa è finita. infatti già flocy sta pulendo lo studio prima di chiuderlo.
dirigendoci verso casa, giacomo mi spiega che i pazienti arriveranno fino alle 14,00 perchè venendo a piedi da distanze di, anche, 6/8 km cercano di non tornare con il buio a casa.
tornati a casa il primo pensiero è di farci una bella doccia, dato abbiamo notato di avere uno strato di polvere sopra gli abiti. e sinceramente l' OFFBLUE che utlizziamo contro
le zanzare ci rende appicicosi, altro che non unge! dopo la doccia giacomo ci invita a bere un aperitivo ad un bar. sono curioso di vedere un bar da qeste parti, e allora partiamo.
il bar dista circa 600 m e quindi facciamo una passeggiata. tanto qui è la norma camminare. nel percorso la gente ci saluta. non ci conosce ma immagina quale è il nostro compito.
per loro è un modo per dirci "grazie di essere qui". arriviamo al bar, e che bar. una stanza con un piccolo bancone con un frigorfero con delle birre e le candele per quando manca
la luce. hanno la carlsberg da queste parti. ne prendiamo una, io e giacomo, e poi andiamo nel locale accanto dove si paga. in pratica è il corrispettivo di un nostro alimentari.
i proprietari stanno giocando con una bimba di nemmeno un anno. è bellissima! un cioccolatino, che la Perugina non saprebbe creare, con 2 guanciotte da mordere. mimma non resiste
e chiede al papà di poterci giocare un pò. lui non nega. iniziamo a scherzare un pò. si chiama patrick. faccio i complimenti per la bimba, e lui mi risponde che è fortunato. e quando
grande e verrano a chiederla in sposa, dovranno portargli non meno di 30 mucche e 3 case. una cifra enorme da queste parti! ridiamo un pò ma si avvicinano le 19,00, e bisogna tornare.
è ormai buio e per tornare a piedi dobbiamo stare nella corsia opposta a quella di marcia per non farci investire dalle bici che ancora girano. viaggiano tutte senza luci.
ma giacomo mi deve riprendere perchè qui guidano all'inglese e io mi confondo sempre. a cena don cesare è un pò piu tranq. dice la preghierina prima di sedersi e si inizia.
la cena è la minestrina, del companatico e le verdurine, carote pomodori e una insalata verde ma amara. ci sono altre 3 persone a cena. 2 ragazzi e un signore. sono malawaiani.
i ragazzi sono un pò strani, si chiamano roduà e cantema. il signore sembra un prete, ma poi scopro che non lo è, si chiama kulapa. a cena si discute per organizzare i viaggi
per il giorno dopo. arrivano padre mario, l missionario capo, e altri missionari all'ereoporto di lilongwe e marco, il mio collega a blayntaire. don cesare e giacomo si dividono
i compiti e poi si và a seguire il tg. facciamo altre 2 chiacchere ma alle 21,00 qui sono tutti chiusi nella propria camera. e noi seguiamo la linea.
il mattino seguente ci svegliamo alle 6,00 senza molta fatica, considerando l'ora a cui siamo andati a dormire. ma qui si seguono le ore solari e alle 6,00 molte attività hanno
inizio. l'iter mattutino si ripete e poi verso lo studio. abbiamo già qualche paziente e allora si inizia a lavorare. ma lawrence mi aveva avvertito che il mercoledi non vi è mai
tanto lavoro, e infatti non ne arriveranno piu. i ritmi sono lenti qui in africa e noi ancora abbiamo i nostri ritmi. mimma mi propone di fare un giro nella missione dato che non
abbiamo nulla da fare. ed io " perchè no?". andiamo per una strada dove troviamo le prime case fatte con i tetti di paglia e altre fatte con le lamiere. la differenza c'è la spiegheranno dopo.
intorno ad una casa c'è sempre qualche donna che lava e un gruppo di bimbi che giocano. ma quando ci vedono iniziano a correre verso di noi. sono tutti vestiti con abito arrabbatati chissà come.
chi la maglia strappata che con i pantaloni strappati. tutti senza scarpe. con i capelli rigorosamente corti per mtivi igienici. alcuni con delle piaghe tropicali che si notano sul cuoio
capelluto. sono impolverati fin sopra i capelli. ci urlano qualcosa, ma non riusciamo a capire. qui l'inglese lo parlano solo coloro che sono andati a scuola. gli altri parlano il cecweva.
andiamo piu giu seguiti da questa scia di bimbi, che hanno già rubato il sorriso a mimma. vediamo dei capannoni ed entriamo. ci sono officine e lavamacchine. qui vedo un ragazzo
con cui avevo scambiato un saluto la sera prima al bar. ci invita in una stanzetta. è l'artista del posto. ci fà vedere i suoi dipinti e piccole sculture. gli chiediamo i prezzi, ma ancora non
abbiamo moneta locale e quindi riinviamo le compere a fra qualche giorno. belli i batik, dipinti di cera su tele di tessuto. verso le 11,30 torniamo verso la missione. a pranzo siamo solo noi 2
ragazzi con kulapa, e i tre di ostia. i signori di ostia ci spiegano che i 2 ragazzi vivono in unmondo loro. non sono ritardati ma non si capisce cosa hanno subito. ma roduà ha un viso e degli occhi
dolcissimi. alle 13,30 torniamo al nostro studio, ma il mercoledi non c'è proprio nulla. alle 15,00 vado a casa con mimma. doccia e mi metto a leggere un pò.
verso le 17 iniziano ad arrivare i nuovi volontari insieme a padre mario. bruna e luigi. da bergamo, lei casalinga e lui panettiere tutto fare. poi c'è tiziana, ragazza pugliese, che vive e lavora a roma.
è un ingegnere che lavora alla ericsson. mario e antonietta. da rosignano, in toscana. lui elettricista e lei casalinga. alle 18,30 arriva giacomo con marco , il mio collega.
la serata si prospetta un tantino piu vivace. conosco un pò tutti e iniziamo a legare subito con tiziana e marco, anche perchè piu vicini alla nostra età. l'iter mangereccio è sempre uguale,
ma il finale un tantino diverso. kulapa inizia un discorso che poi padre mario traduce. in pratica ringrazia i volontari che sono appena arrivati. questi discorsidiventeranno una caratteristica di kulapa.
dopo cena iniziamo a conoscerci meglio con i nuovi, e sembrano un pò tutti simpatici. allunghiamo la serata fino a quasi le 22,00, ma poi tutti a nanna come sempre.
al mattino del giovedi anche la colazione è piu vivace grazie ai nuovi arrivati. metto al corrente marco del lavoro che stiamo svolgendo e poii ci avviamo verso la dental clinic.
un paio di pazienti sono già li. presento marco a lawrence e poi lo mettiamo sotto al lavoro. volgiamo vedere come lavora. dopo i primi 2 pazienti, ci accorgiamo che la sal d'attesa è piena.
mettiamo in funzione la seconda poltrona e cerco di smaltire la fila con l'aiuto di mimma. lavorando ci si diverte se il lavoro è il tuo. e noi chiediamo a flocy un pò di musica per allietare
un pò l'ambiente, cmq , pieno della classica tensione da dentista. ci sono anche dei bimbi da curare. la prima è debora. bellissima. ha 5 anni e 2 dentini decidui cariati.
la cura marco e la iccolina non dice una parola, rimanendo con la bocca aperta per circa un ora. come marco dice "finish", apre i boccaporti degli occhi e sfoga tutta la paura che ha avuto.
molte donne si presentano con i bimbi e per fortuna che c'è mimma che fà anche da babysitter. tanto lei se li porterebbe già tutti a casa questi bimbi. la giornata è un tantino piu tosta delle precedenti.
sfotto marco dicendogli che si era detto che aspettavano il medico milanese, ma in effeti si era sparsa la voce che erano arrivati i medici europei che salvano i denti.
dopo la doccia serale giacomo ci consegna i soldi cambiati. 200 euro corrispondono a 39000 cwaka, circa 193 cwaka ad euro. andiamo con marco e giacomo al bar per una biretta. mimma intanto
compra scatole di caramelle.si è fatta tradurre le parole che ci dicevano i bimbi il giorno prima. volevano caramelle, magliette e scarpe. non ha dormito pensando a quanti vestitini
ormai in disuso da noi poteva portare! da quel momento non girerà mai piu senza caramelle e merendine nella borsetta! compriamo anche delle birre grandi e le portiamo alla missione.
dopo cena iniziamo quella che diventerà una nostra consuetudine. io mimma marco e tiziana e volte anche giacomo, sul terrazzino, rigorosamente chiuso da zanzariere, a bere un paio di birre e a
fare chiacchere. a cena ormai abbiamo capito che roduà necessità di una mano per mangiare. bisogna preparargli il piatto. e anche quella diventerà una consuetudine. a rotazione lo si aiuta.
sembriamo drogati di amicizia a bontà tutti quanti. la sera ci si confronta sulle proprie impressioni dell'africa. sembra che tutto coincide. iniziamo anche a fare amicizia con le cuoche.
patricia la moglie di lawrence peter e la sarta (non ho mai imparato il nome). giacomo ci informa che stà organizzando una gita al lago per sabato e domenica, e noi siamo pure contenti.
tanto dal sabato poemriggio in poi qui non silavora. il venerdi ha come variante solo il numero di pazienti. siamo già passati da 8 del primo giorno a 12 del quarto. e noi siamo già soddisfatti,
anche perchè lawrence sembra veramente interessato e segue quello che facciamo e diciamo. anche il mio inglese migliora di giorno in giorno. ascoltando loro che parlano, cerco di imitarli.
e in effeti ormai dico anche frasi complete sensate. con marco impariamo anche alcune parole locali, perchè non tutti parlano l'inglese. e chi lavora senza lawrence deve arranciarsi da solo.
impariamo tsecani (chiudi) yasamulani (apri) pati? (dolore?) cwucucwan (sciacqua) e tsecomo (grazie) mulimbawanji? (come stai?). non molto ma utili per capire qualcosa nel lavoro.
venerdi sera padre mario ci annuncia che domenica arriverà la figlia dell'ambasciatore italiano insieme ad un amico. e ci fà capire che vuole tenersela buona e cara, per il caso in cui
dovesse avere bisogno del caro papà. il nostro pensiero và alla gita al lago malawi che sicuramente salterà, dato che sarà giacomo a doverla prelevare all'ereoporto. conosciamo un pò di piu mario e antonietta.
attratti dalla simpatia della signora. dopo cena si unisce a noi sul terrazzino, ormai roba nostra. inizia a raccontarci di come l'ha conquistata mario. lei abitava in inghilterra da quando aveva 6 anni.
all'età di 23 anni decide di venire a trovare per la prima volta i parenti in italia. a casa di una cugina conosce mario, che a quanto pare ha un colpo di fulmine.
lei all'epoca non conosceva bene litaliano, ma lui continuava a scrivere lettere anche 2 volte la settimana. dopo circa un anno e tante lettere e qualche telefonata, mario le dice al telefono che dopo pochi giorni
sarebbe partito per andare a trovarla. almeno lo andasse a prendere a victoria station. lei si presnta il papà, preoccupato perchè era lui che traduceva le lettere alla figlia. il secondo giorno mario subisce il
"discorso" del papà di antonietta. ma lui era troppo convinto e senza preoccupazioni dopo pochi giorni compra subito l'anello di fidanzamento. si son sposati dopo circa un anno e mezzo.
poi mario, ormai entrato nel nostro cuore dopo questa storia romantica, ci illustra la sua funzione a balaka. è un elettricista. e lui l'esecutore di tutti gli impianti elettrici della missione.
nei primi giorni dovrà sistemare piccole cose per manuntenzione. controllare l'impianto che ha fatto per la maternità per l'aids, e poi dovrà fare l'impianto per un nuovo asilo che hanno costruito.
u piccolo uomo ma bello energico. loro si fermeranno per circa 45 giorni. dopo questi racconti e dopo aver bevuto le nostre 2 birre, si và, come sempre a nanna.
sabato i pazienti non dovrebbero essere tanti ma noi ormai abbiamo i nostri 10/11 al giorno da curare. a pranzo abbiamo la conferma che la gita al lago è saltata, ma noi non disperiamo cerchiamo di organizzare una alternativa.
dopo pranzo , verso le 15,00 ci incontriamo nel nostro terrazzino e sentiti dei bonghi, decidiamo di seguire la scia della musica. ormai siamo fissi io mimma tiziana e marco. io e marco ci portiamo anche lo zaino
per portare le birre al ritorno. abbiamo capito che le buste sono merce preziosa, infatti non se ne vedono in giro. seguendo la musica arriviamo in una festa. dove donne e bambini ballano e cantano.
appena arrivati una ragazzo che parla bene l'inglese ci invita ad avvicinarci e ci spiega la festa. si tratta della festa di iniziazione. quando le ragazze arrivano all'età di 13/15 anni devono essere iniziate
ai misteri della vita. allora vengono isolate dalla comunità per 7/10 giorni insieme ad una anziana della comunità. sarà lei ad insegnarle i misteri della vita. e al lro ritorno per riaccettarle nella comunità
viene organizzata questa festa che dura anche 3 giorni di balli e canti. dopo averci spiegato il tutto il ragazzo ci spiega che tutti gli invitati devono fare una offerta alle ragazze. allora ci crano un tunnel
e guidati dal suono delle percussioni e dei loro canti, ballando abbiamo percorso la via da loro creata per fare la nostra offerta. nel frattempo i bimbi ci hanno massacrato chiedendoci maglie e scarpe.
mimma nel frattempo a trovato un bimbo di cui si è praticamente innamorata. si chiama liusess, anche se lei per una settimana aveva capito rasess! bellissimo,
qualsiasi cosa gli si chiedeva lui rispondeva sempre, con labbra quasi serrate " yes". dopo piu di un oretta lasciamo la festa e ci incammianiamo. per la strada ci incontrano mario e antonietta, che qui ormai hanno un loro mezzo.
dicono di andare a balaka città. e se volevamo un passaggio. prendiamo la palla al balzo e tutti e 4 sul cassone verso la città. nel viaggio antonietta ogni tanto ci urlava "per rosignano andiamo bene di qua?".
ci lasciano al mercato mentre loro vanno a trovare un bimbo che hanno adottato a distanza. ci diamo un appuntamento per il ritorno e via in giro per il mercato.
giriamo nel mercato dove ogni negozio forse è anche casa. non esistono insegne cosi come le abbiamo sempre viste. si scrive sul muro a volte facendo dei disegni. ci hanno spiegato poi che ogni zona ha il suo artista deptato a ciò.
i banchi vendono stoffe e a volte c'è anche l'omino che cuce direttamente, com delle macchine da cucire che da noi si vedono come cimeli. io e mimma olgiamo comprare delle stoffe per farci fare dei vestiti tradizionali.
mimma infatti, informandosi , ha saputo che tu porti la stoffa e loro poi cuciono. giriamo e contrattiamo. ma siamo europei non abbiamo speranza di sconti.
eppure ci avevano detto che si offendono se non contratti! alla fine compriamo pure le stoffe, tanto costavano 300 cwaka. poi giriamo un pò tutto il mercato. ci osservano tutti. ma non in modo negativo.
negli altri banchi si vende accessori per riparare biciclette. penne e pettini. pesce essiccato. frutta e verdura. parrucche per donne.infatti, le donne hanno tutte i capelli corti. molte preferiscono usare
le parrucche, ma a nessuna si nota. con marco andiamo ad un negozio piu grande " metro" per comprare le nostre birre per il weekend e poi andiamo al punto dell'appuntamento con mario e antonietta.
puntuali i toscani. torniamo a casa e bruna ci informa di una aria pesante in missione. in pratica i 3 signori di ostia non sono riusciti a partire e dopo 4 ore per l'andata per lilongwe 3 ore di attesa all'ereoporto
e 4 ore per tornare alla missione, penso che non li troveremo certo felici.a cena padre mario ci parla di questa storia e di come la ethiopian airliness usa lavorare con l'overbucking.
cominciamo a conoscere sempre di piu questo missionario, che ci sembra veramente una bella persona. i signori arrivano verso le 22,00. noi salutiamo e andiamo a nanna. per variare il sabato sera ci eravamo dati al ping pong.
la notte prima di dormire penso sempre al mondo strano in c mi trovo, e il suono tei bonghi anche a tarda sera, mi fà riflettere sul perchè e per come facciano ad avere quel sorriso e questa voglia di festeggiare. da noi saremmo depressi. certo nello studio di persone non felici ne ho viste. ma la paura dell'intervento odontoiatrico, misto alla timidezza dettata dal rispetto per la figura del medico a volte fanno confondere le reali espressioni. mi stanno insegnando ad essere meno pensieroso, anche se il mio ritmo di vita mi porterà , ormai incosciamente ad esserlo qualche volta. il ritmo percussionistico accompagna l'inizio dei miei sognie il mattino seguente arriva presto. al mattino a colazione ci propongono di andare condon cesare alla messa la villaggio. oppure rimanere alla m issione per la messa di padre mario. marco si offre di accompagnare giacomo a blaynter. mimma tiziana e i tre di ostia vanno con don cesare. io mario e antonietta, e luigi e bruna rimaniamo alla missione. verso le 9,00 sono già partiti tutti e nel giardino d'ingresso rimango da solo con padre mario.iniziamo a chiaccherare. e gli confesso che non sono uno tra i migliori cristiani che ci siano in crcolazione. lui mi guarda e dice " per me Dio è espressione di amore, e se tu come gli altri volontari venite qui per fare il vostro servizio con amore, non serve che venite a messa. sei piu cristiano di quanto credi, perchè esprimi amore." poi mi chiede il significato del tau che porto al collo. " sei stao per caso ad assisi?". ed io " in verità non ci sono mai stato ad assisi. questo è semplicemente il ricordo di un "viaggio" fatto questa estate con 2 amici. un pellegrinaggio senza intenti religiosi. solo 35 km per arrivarci e fatti a piedi. abbiamo dormito ospiti del parroco e al mattino abbiamo ritentato il ritorno a piedi. prima di partire il parroco ci ha regalato un tau a testa, perchè avessimo qualcos'altro in comune a parte le vesciche ai piedi. peccato che dopo quasi 10 km io mi sono arreso per il dolore alle vesciche." lui mi guarda e mi dice " ma allora siete proprio matti!". avevo un libro in mano regalato dalla mia amica angela per il compleanno e per caso usavo una immaginetta della madonna di torre come segnalibro. allora decido di regalarla a padre mario. raccontando la storia della madonnina di torre e del perchè vi era l'usanza del pellegrinaggio. decide di leggere la preghiera dietro alla immaginetta per la sua messa. intanto arrivano delle bimbe. allora si va al terrazzo del piano superiore dove hanno creato uno spazio diventato una piccola chiesa. ci sono tutti quelli che sono rimasti seduti alle poche sedie che servono. le 6 bimbe venute dalle case vicine. ed io. padre mario celebra messa dietro ad un altare scavato in un tronco di legno. il tabernacolo è anch'esso in legno. ha la forma di un contenitore che qui usano per conservare i cereali coltivati durante l'anno. la messa inizia con un canto delle ragazze. padre mario celebra un pò in italiano e un pò in cwecewa. e ogni tanto le ragazze iniziano dei canti aiutando il ritmo con il battere delle mani. mi incuriosisce una canzone che canta una bimba, che indica il cielo in vari punti mentre canta. alla fine della celebrazione chiedo la traduzione a padre mario che mi dice " è una canzone di ringraziamenti al signore. lo ringraziava quando il sole entra, quando il sole è su di noi , quando il sole esce fino a quando va a dormire. perchè loro non hanno gli orologi. indicano l'inizio della giornata quando il sole entra nella scena della vita. il sole è su di noi quando è mezzogiorno. e quando tramonta il sole esce dalla scena quotidiana..". mi è piaciuta questa espressione per indicare il sole che entra ed esce! la mattinata la passo leggendo e cercnado di suonare una chitarra dalle corde consumate , che ho trovato in sala tv. alle 12,00 cascasse il mondo li si pranza. siamo solo 8. si può chiaccherare con piu tranquillità. comincio a chiedre a padre mario varie cose del tipo chi è un signore ritratto in vari quadri e perchè roduà e cantema sono cosi strani. mi racconta prima del signore ritratto. si chiamava andrea pacifici ed era suo fratello. un uomo che praticamente ha sostenuto economicamente molti dei progetti della missione. era un ingegnere ma con il tempo si manifestò la sua malattia. sclerosi multipla. con il tempo era sempre piu impedito nei movimenti, tant'è che cantema era il suo bastone personale. il su ultimo sforzo economico fu quello di completare la chiesa, enorme, della missione. e poi dopo aver fatto un giro per la missione per vedere cos'altro potesse servire, dalla fatca eccessiva non si alzò piu dal letto. cantema e roduà sono il ricordo che padre mario ha del fratello. perchè fu proprio lui a trovarli è a portarli nella missione. anche su di loro esiste una leggenda. questa narra che sono 2 di 4 fratelli. erano abbastanza vivaci da bambini, cosi la mamma li portò dallo stregone perchè li calmasse un pò. dopo aver preso la sua medicina non si ripresero piu. storia piu verosimile però è che abbiamo avuto una forma cerebrale di malaria che ne abbia provocato danni irreversibili. poi padre mario mi ha raccontato che dopo la morte del fratello, al suo ritorno in malawi, cantema gli si presenta alla porta con 2 galline. qui sono usate come segno di condoglianze. e solo dopo questo ha ripreso a parlare. vi dico questo perchè non vi ho detto che cantema non la finisce mai di parlare anche se dice solo fifito è uguale a quaranta e con le mani quantifica il fifito. dopo queste storie tristi ma belle da ascoltare per come le racconta padre mario, mi immergo ancora nella lettura. alle 15,00 tornano il gruppo andato con don cesare al villaggio. mimma e tiziana allora mi raccontano la lroro giornata. mi spiegano che c'era un matrimonio e facendomi vedere le foto mi raccontano come si svolgono i matrimoni da queste parti. iniziano con le danze ed entrano in chiesa a grupi dai piu piccoli ai piu grandi e ogni gruppo veste tutti allo stesso modo. fino a che alla fine arrivano gli sposi, sempre fra il ritmico suono dei bonghi e dei loro canti gospel. la messa infatti era durata solo 3 ore. ma alla fine è stata divertente. erano solo un pò provate dal viaggio non lunghissimo ma se viaggi nel cassone del pk su strade piene di buche, è difficle arrivare illesi a destinazione.
verso le 18,00 tornano anche marco e giacomo con a figlia dell'ambasciatore e del suo amico andrea. entrambi stanno a roma. sembrano simpatici anche se hanno un viso anche loro provato dal viaggio. li rincontriamo a cena e si siedono nel reparto dei giovani. noi in maniera molto discreta iniziamo un terzo grado sulla loro vita, ma non sembrano un gran che infastiditi. anche perchè non abbiamo modi referenziali preferenziali per figli di ambasciatori. siamo ugali per tutti. a fine cena non poteva certo mancare il discorso di kulapa, e meno male che ho suggerito a juliette di cedere la risposta ad andrea. infatti, lei si stava già bloccando già all''inizio. diplomatici non si nasce ma almeno un minimo me lo aspettavo da lei. dopo aver consumato la nostra consueta biretta cerchiamo di far pace con il letto.
il lunedi rinizia con una grande mole di lavoro e lawrence diventa sempre piu bravo. con mimma abbiamo deciso di portare paco allo studio. paco è un piccolissimo cane di peluche che la nipotina di mimma le ha donato per regalarlo ad un bimbo africano. per il momento ci può essere utile per far giocare bimbi difficili da trattare. sarà il caso o il destino, ma senza farlo a posta quella mattina di bimbi ne capitano molti e anche poco collaboranti. vorrei lasciare la "rogna" a marco, ma non sarebbe corretto. allora uso paco per addolcire il bimbo e poi ci gioco per distrarlo bene. ma in una coppia se c'è il buono l'altro ddve fare il cattivo. e il cattivo è toccato a marco quel giorno. dopo un pò di bimbi io inizio a lavorare sulla seconda poltrona. non riesco a finre per pranzo e quindi salto quello delle 12,00 ma i giovani ormai mi conservano la roba da mangiare. a pranzo padre mario aveva comunicato che per la presenza di juliet aveva organizzato 3 giorni di escursioni. martedi al lago malawi, mercoledi al parco nazionale mercoledi a zomba, una località di montagna. e in piu ci avverte che lalleluja band si era organizzata per la serata per fare un concerto per noi. alle 21,00. allora mimma e tiziana si organizzano per fare una crostata con la marmellata di mele e arance.io e marco le lasciamo lavorare e noi ci dirigiamo berso lo studio. altri pazienti ci aspettano. ormai l'ultimo pazinte c'è sempre fino alle 16,00.
tornati a casa iniziamo a sfottere le giovincelle anche se le crostate avevano un bel aspetto. e dopo la cena via tutti con i pk verso il luogo dove la band prova. è l'unica serata che usciamo e siamo contentissimi. dato che la sera c'è maggiore probabilità di incontrare zanzare femmine e cattive, prima di uscire ci riempiamo di OffBlu per diminuire comunque il rischio. io mimma tiziana e marco saliamo sul cassone dell'apetto di mario e antonietta. giacomo accompagna peppino maria emma luigi. padre mario don cesare andrea bruna e juliett sono con l'ultimo Pk. arriviamo che loro stanno accordando gli strumenti, provando un pezzo di bob marley. ci stanno aspettando e appena entriamo ci accolgono a festa. ci accomodiamo e loro già iniziano con i loro pezzi. ogni pezzo è accompagnato da 2 ballerine, bellissime, che accompagnano in modo stupendo i ritmi caraibici fatti da 2 tastiere una chitarra un basso una batteria e tanti bonghi. alle ragazze si alternano 3 ragazzini che cambiando abiti di canzone in canzone allietano ancora di piu lo spettacolo. pensavamo fossero poco preparati, ma si nota che comunque il tutto è il risultato di prove su prove. dopo circa un ora il chitarrista, Coss, prende i posto del cantante perchè ci avevano promesso 2 canzoni in italiano, e lui è l'unico che un pò lo parla. inizia con "madonnina del mare", canzone tipica di rosignano, e poi "io vagabondo" dei nomadi. ad un certo punto mi incita a seguirlo sul palchetto. in altra occasione mi sarei vergongnato, ma l'ambiente gioviale non mi ferma e vado con lui. canto con lui un pezzo della canzone che poi si trasforma in "no woman no cry" di bob marley. i miei acuti non sono da vero cantante e quindi cerco di abbandonare la scena in modo elegante, accennando un ballo diretto verso il mio posto. alla fine inizia la festa con le bibite e i dolci da noi portati. ci complimentiamo con tutto il gruppo. e poi devo per forza conoscere una delle ballerine. peccato che il nostro colloquio, causa la lingua, termina dopo 2 minuti, ma il suo sorriso è dolce e delizioso, ed io malato di cervello! padre mario poi mi spiega la storia del gruppo. gli " alleluja band" nascono circa 10 anni fà da un suo progetto. con il tempo questi ragazzi so no cresciuti sempre di piu, tanto che ora esiste anche una "alleluja band 2" formta dai figli dei componenti originali. questo stava a dimostrare che con il tempo e il cambio delle generazioni la gente stava cambiando e che l'istruzione con il tempo dà i suoi frutti. non dimentichiamo che i missionari al loro arrivo costruiscono subito una chiesa, perchè loro simbolo, ma subito a seguire sono le scuole che si formano. e qui di scuole ormai c'è ne sono molte. asili scuole primarie e scuole secondarie. tutte con indirizzo professionale, ma qui serve la pratica al momento.
verso le 23 iniziamo a tornare a casa. tutti sui Pk e poi a nanna, un altro giorno ci aspetta!
per martedi si era organizzata una gita al lago malawi, immenso, circa 500km di diametro, ma io decido di rimanere a studio. non certo per far vedere che sono un diligente, ma pensavo che ora che lo studio era pieno non potevo lasciare solo lawrence. ormai alle 6 siamo tutti in piedi. tiziana mimma marco andrea e juliet si preparano per andare al lago con giacomo, ed io mi dirigo al lavoro. arrivato li realizzo di aver fatto bene, la sala d'attesa è già piena! ma con lawrence ormai c'è un bel feeling lavorativo e riusciamo a districarci tranquillamente tra la "folla" dei pazienti. alle 12 a pranzo mi sembra strano di ritrovare poche persone, ma ne approfitto per parlare un pò con padre mario. nella sala da pranzo avevo notato un quadro con il ritratto di 4 personaggi. uno era il nostro papa giovanni paolo, poi ci sono 2 vescovi , una suora, e accanto una ritratto di un certo andrea. chiedo chi fosse questo andrea. lui dopo aver deglutito un attimo, mi racconta la storia di suo fratello, andrea pacifici. andrea era un industriale, credo di aver capito. era stato affascinato dal progetto del fratello mario. cerco di aiutarlo il piu possibile nel progetto di costruzione di chiesa e scuole a balaka. lui è stato uno dei piu grandi finanziatori. ma ad un certo punto della sua vita gli fu diagnosticata una sclerosi multipla, e i suoi movimenti furono sempre piu limitati. il suo piu grande progetto era la chiesa principale. il giorno dopo l'inaugurazione della stessa fece un giro di tutta la missione aiutandosi con il suo bastone e con l'aiuto di cantema. quando torno si sdraiò sul letto e emesse il suo ultimo respiro. cantema e roduà sono l' eredità che gli ricordano il fratello, per questo li tiene con se alla missione. poi chiedo cosa è successo ai 2 ragazzi. perchè sono in questo stato, anche perchè ritardati non sembrano, ma strani sono strani! lui mi racconta che la leggenda racconta che sono 2 di 4 fratelli, e che erano molto vivaci da bambini. la madre allora li portò dallo stregone per farli calmare, e questo diede loro un qualche infuso che li ridusse cosi. la verità purtroppo non la conosce nessuno, anche se si sospetta che questo è il risultato di una forma di malaria cerebrale. " ma sono buoni" mi dice padre mario. " cantema poi era affezzionatissimo a mio fratello. quando mori, io accompagnai la sua bara in italia. al mio ritorno dopo una settimana, mi dissero che cantema non proferiva parola da quel giorno. quando poi seppe che ero tornato, mi bussò alla porta e senz adire nulla, mi diede 2 polli che aveva comprato al mercato." vedendo la mia espressione di meraviglia mi spiega " qui è usanza che quando muore qualcuno quelli piu cari gli regalanino dei polli vivi!". li guardo con un viso sempre piu dolce quei poveri ragazzi che cmq stanno con noi pur parlando per i fatti loro. prima della fine del pranzo padre mario mi dice " giuseppe abbiamo fatto un torneo di calcio, e ora dovremmo giocare la finale. perchè tu non fai l'arbitro?" io rispondo " ma padre mario questi corrono troppo per le mie capacità. non sarebbe meglio un altro?", " ma sarebbero contenti se uno di voi volontari facesse l'arbitro!" non so dirgli di no " e va bene,basta che si giochi prima della domenica perchè io parto, e le ragazze mi faranno da guardalinee!" " benissimo la faremo per venerdi. bruna e antonietta, voi preparerete le bandierine per gli angoli e quelle per le guardalinee!". bruna e antonietta non fanno una grinza, loro basta che lavorano a qualcosa va bene tutto. l'unica loro preoccupazione è di sapere come dovrebbero essere fatte queste bandierine.
nel pomeriggio torno al lavoro e mi rilasso lavorando con lawrence. non mi era mai successo di lavorare cosi tanto senza stressarmi un pò. comincio a pensare che lo stress sia una invenzione della nostra società! alle 16 torno a casa e nel giardino della missione mi fermo a parlare peppino aragona e maria, e loro mi raccontano dei bimbi che sono riusciti a far adottare come associazione. nel frattempo tornano i giovani dalla loro gita. sono tutti un pò arrabbiati. mi raccontano che sono tornati un pò prima perchè juliet aveva deciso di partire la sera stessa, non stava molto bene e voleva rggiungere i genitori nello zambia.andrea però rimane per finire la sua vacanza. si vanno a fare la doccia e io intanto continuo a giocare con antonietta e roduà. arrivano anche 2 ragazzi della alleluja band che accompagneranno juliet all'aereoporto. gli chiedo un loro cd. e mi dicono che non ne hanno ora a disposizione, ma che don cesare dovrebbe averne, e in ogni caso a maggio del prossimo anno verranno in italia per un breve tour.
la sera la passiamo come al solito sul nostro terrazzino parlando della giornata e bevendo qualche birra. sono un pò scioccati anche dalla guida di giacomo. abbastanza spericolato per le strade che ci sono qui. cmq trascorriamo una piacevole serata tutti e quattro. ormai abbiamo creato un bel gruppetto.
il mattino seguente si và al parco nazionale per un safari. a questo non rinuncio, anche perchè abbiamo notato che il mercoledi il lavoro è scarso. partiamo per le 9, giacomo ci dice che sono solo 150 km. dopo un 50 km di strada asfaltata ci infiliamo per lo sterrato classico di questo posto. io e andrea stiamo sul cassone perchè si vedono molte piu cose. iniziamo a passare per i villaggi nascosti. case di paglie o in costruzione. ma sempre con mattoni cementati con l'argilla e tetti di paglia. la gente ci saluta al nostro passaggio. ma nei loro occhi riusciamo a intravedere la disperazione di chi non ha nulla. di chi lotta per la vita di giorno in giorno. decido di non fare fotografie. voglio mantenere le immagini viste nella mia mente. alcune cose crdo che meritino rispetto, e soprattutto la dignità umana!
alle 10,30 siamo al parco e giacomo ci spiega che dobbiamo attraversare il fiume Shire con un battello per arrivare all riserva naturale. aspettiamo il battello arriviamo all reception risolviame le beghe burocratiche e via si parte con il battello sul fiume. iniziamo a vedere coccodrilli, e facciamo molte foto, perchè marco ha finito le sue e ha promesso le foto dei coccodrilli ai figli. piu avanti ci sono vari branchi di ippopotami. curiosissim questi animali. giganteschi, ma con le orecchie piccoline. ancora piu avanti ci sono gli elefanti. ogni volta la guida si avvicina il piu possibile, spegne il motore e ci consente di fare foto. mimma ha la mia digitale e quindi fà lei le foto. lei è affascinata anche perchè amante degli animali. io mi godo la pace del silenzio e dell'aria che regna sul fiume. la natura è spettacolare. maestosa immensa. mi sento veramente piccolo qui. impotente. ma sono pervaso da una pace interiore mai sentita.
alle 12 torniamo alla base per il pranzo. qui c'è un buffet con verdure cotte costatine di maiale e le immancabili carote. al tavolo si unisce anche la nostrs guida, Dange. gli chiediamo cosa vedremo con la jeep. ci dice elefanti gazzelle fagoceri e altri animali di cui non ricordo il nome. alle 13 partiamo con la jeep. immaginavo una savana fitta di vegetazione, ma qui la vegetazione è quasi assente. tutto bruciato dal sole. alberi secolari dal tronco immenso. iniziamo a vedere i primi animali, le gazzelle. sono tranquille perchè i leoni in questa stagione sono sulle montagne. scenderanno quando farà caldo per rinfrescarsi. i fagoceri che altro no sono che dei cinghialetti, simpaticissimi. animali simili alle gazzelle ma con la barba e le corna e uno strano cerchio bianco sul sedere. avrà pure detto cosa sono, Dange, ma non seguivo tutto. poi gli elefanti. una piccola famigliola che si rinfrescava in un laghetto. appena ci vedono iniziano ad andare via. notiamo la mamma e i figlioletti. la mamma prima di andare via emette uno dei suoi versi. noi presi dalle foto non ci eravamo accorti che era il richiamo per il " marito". lui arriva subito. ci guarda. in noi è nata una notevole tensione e paura. apre le enormi orecchie, emette una strombazza ta alzando la proboscide e poi sempre guardandoci si dirige verso la sua famiglia. allarme cessato. possiamo fare una foto e poi la guida riaccende il motore e iniziamo a tornare alla base. la nostra ora è finita. qui i convenevoli di pagamentoe ripreso il battello torniamo dalla parte opposta del fiume. al ritorno sul cassone siamo io e marco, e si uniscono a noi una ragazza e un ragazzo che lavorano al parco. giacomo gli aveva accordato un passaggio. le buche si sentono di piu essendo in quattro sul cassone. ma riusciamo a instaurare un colloquio con i 2 ragazzi e almeno passiamo il tempo. lo scenario del ritorno non è cosi diverso da quello dell'andata. lasciati i 2 ragazzi alla loro destinazione riprendiamo la strada asfaltata e per le 17 siamo di nuovo a casa. facciamo una doccia e notiamo che ci sono nuovi ospiti. ci dicono che sono arrivati 2 muratori di bergamo. li conosciamo poi a cena, agostino e italo. parlano poco, ma sono molto stanchi per il viaggio. anche noi siamo un pò provati per la giornata e per le 21,30 andiamo a letto, non prima della nostra birra serale e aver sentito per un pò la storia del fifito di cantema.
giovedi mattina ci chiedono se volevamo andare a zomba. una località non molto distante dove si poteva fare una escursione in montagna. io mimma e marco decidiamo di rimanere per lavorare. tiziana andrea e giacomo partono per zomba portandosi dietro anche roduà. alla dental clinic abbiamo conferma che il mercoledi non v è grande affluenza di lavoro e quindi iniziamo la nostra attività come sempre. alternandoci io e marco come istruttori di lawrence mentre l'altro smaltisce la fila lavorando sulla seconda poltrona. i pazienti sono sempre piu facoltosi, e c'è anche chi chiede per il figlio qualche terapia ortodontica! siamo poco attrezzati ma, marco dice che si può fare. io non mi intendo di ortodonzia! la giornata continua come sempre lavorando fino alle 16 con la pausa delle 12. alle 17, con marco andiamo verso il nostro bar, per una biretta pre cena. per strada ci incontra agostino e italo con il loro Pk. l invitiamo al bar e loro accettano volentieri. sono simpaticissimi e qui agostino ci racconta la sua storia.
lui è sempre stato legato alla missione di balaka e con la moglie cercavano di raccogliere fondi da destinare a qualche progetto. lui ogni tanto veniva a fare qualche lavoretto. in realtà è un tornitore specializzato.
un anno e mezzo fà, il figlio ha un brutto incidente stradale e perde la vita. lui e la moglie sono abbastanza disperati. allora la moglie di priìopone di raccogliere i fondi per costruire un asilo da dedicare al figlio. cercavano un motore che li spingesse a vivere ancora. iniziano a raccogliere fondi. lui viene a balaka per preparare tutto il resto, e la moglie lo avrebbe raggiunto dopo qualche settimana. ma la moglie lo telefona che non poteva partire perchè non si sentiva bene. finiti i suoi preparativi, agostino, torna a casa e deve ricoverare la moglie che continuava a stare poco bene. le diiagnosticano una neoplasia in stato avanzato con metastasi già in corso.la perderà dopo pochi mesi. mi dice " ho pensato anche a gesti estremi, ma i miei amici e il progetto di mie moglie mi ha dato la forza di andare avanti. sono in pensione ma ogni tanto faccio dei lavortti per una azienda. ora sono venuto per costruire l'asilo e la mensa che mia moglie aveva progettato. italo è venuto a darmi una mano per fare le fondamenta. fra qualche settimana arriveranno altri amici muratori, che mi daranno una mano per il resto. spero di riuscire a rimanere qui 6 mesi per finire il tutto." caxxo che personaggio! sembra allegro e piu che altro ha una forza un motore turbo in corpo. grandi questi bergamaschi. pensare che a vedere la tv mi stavano tutti antipatici perchè legati tutti alla lega! inizio a pensare che siamo noi del sud quelli strani dove il volontariato di questo tipo viene visto in modo strano, perche " chi stà peggio di noi?". anche italo è simpaticcisimo anche se parla poco. ma mi spiega che siccome è mezzo sordo no riesce a seguire tutti i discorsi e quindi evita di rispondere se no ha capito. allora iniziamo a parlare a voce piu alta. torniamo alla missione portandoci sul cassone un pò di bimbi. marco è ormai affascinato da questi bimbi. e penso che sia normale dato che ne ha solo 4! a cena si unisce a noi un altro volontario. carlo, medico di firenze. lo conosciamo sul terrazzino perchè si unisce a noi. è il medico che ha portato avanti il progetto della maternità per le malate di aids. ci illustra il progetto. in pratica si fermerà altri 2 mesi per far partire la struttura. dopodichè ogni 2 mesi si daranno il cambio dei medici italiani. dei neonatologi, perchè lui è un internista. il tutto per 2 anni finchè non formeranno del personale locale che dovrà portare avanti la struttura da sola. in genere, ci spiega, tutte le strutture che creano, dopo alcuni anni che sono autonomi vengono ceduti allo stato da parte delle missioni. l'obbiettivo non è colonizzare ma istruire e andare via.
alla solita ora raggiungiamo le nostre stanze. anche se prima ci fissiamo come obbiettivo quello di riunirci per scrivere in articolo sulla nostra esperienza. richiesta, questa, di padre mario. ci ha detto che l'allegria che abbiamo diffuso in questi giorni lo ha affascinato e vuole un nostro pensiero da pubblicare sul loro sito.
al mattino seguente prima di andare allo studio salutiamo andrea che parte per tornare in italia. le sue vacanze sono finite. tiziana ci raggiunge allo studio. vorrebbe fare delle foto mentre noi lavoriamo. la sala d'attesa è piena zeppa e allora infiliamo un camice a tiziana e le diciamo di deporre la sua arma e darci una mano. grande, non ha avuto nemmeno un attimo di esitazione. ormai l'abbiamo contagiata. la mattina lavorativa passa abbastanza rapidamente, ma ne frattempo si presenta uno che giacomo ha trovato per strada. il suo volto è deformato da un probabile ascesso. chiamo marco e lo visitiamo immeidatamente. riuscima a capire che da piu di 2 mesi è in quello stato, ma riesce ad aprire la bocca a stento. qui ci vuole penicillina intramuscolo. chiedo a giacomo di portarlo all'ospedale, il ragazzo rischia grosso. e giacomo mi dice " all'ospedale non hanno penicillina intramuscolo, al massimi gli daranno 2 o 3 antibiotici classici. qui le medicine scarseggiano!". da un rapido sguardo tra me marco mimma e tiziana, siamo riusciti ad avere lo stesso pensiero. a casa abbiamo degli antibiotici. noi partiremo fra pochi giorni. dobbiamo raccoglierli tutti e cercare di guarire questo ragazzo. mimma e tiziana fanno una corsa a casa e iniziamo a somministrargli i primi antibiotici per via orale. ma sappiamo già che sarà dura!
al pomeriggio non torniamo allo studio perchè ci dobbiamo preparare per la partita del pomeriggio. dovrebbe avere inizio alle 15. mimma rinuncia al suo ruolo di guardalinee e quindi ingaggio marco come sostituto. dobbiamo ripassare le regole, perchè un conto è vedere la partita un conto è arbitrarla! i nostri pensieri sono abbastanza contrastanti, ma scegliamo delle indicazioni tipo convenzione, almeno per farci capirci fra noi. già stiamo immaginando la bella figura che faremo. alle 15 andiamo al campo ma c'è un altra partita prima, quindi ci tocca aspettare. stiamo sugli spalti con antonietta che gioca con i bimbi che intanto l'hanno accerchiata. è fantastica questa donna che sa sempre con il sorriso. dato che dobbiamo aspettare ci porta in un simil ristorante che, insieme a mario, stanno aiutando ad avviare. ci fà vedere il forno che hanno montato. a rosignano, loro paese, hanno chiesto il forno ad una pizzeria che stava chiudendo. sono riusciti ad aggiungerlo ad un conteiner che veniva a balaka e mario lo ha montato. l'obiettivo è insegnare a fare il pane ed eventualmente la pizza. e ci dice che luigi, il marito della bruna, è anche panettiere! ho sempre piu ammirazione per queste persone e per lo spirito che ci mettono nel fare le cose!
alle 16 ha inizio la partita e già capisco che se corro come loro non arriverò alla fine della partita. allora faccio mio il centro campo e la mia presunzione mi aguzza la vista anche da lontano, sperando che tiziana e marco mi diano una mano. marco si fuma il suo sigaro mentre si guarda la partita, tiziana mi dà una bella mano. almeno per quando alzo la testa per guardarla. non è semplice fare l'arbitro. almeno per me.
sono molto correti nel gioco. e pur senza le scarpe non si fermano mai. c'è anche chi le scarpe le toglie durante il gioco, perchè non portandole mai, stringono un pò! abbiamo anche uno speaker che non smette mai di parlare. ad un certo punto notando la stupenda direzione di gioco dice che forse in italia ci sono regole un pò diverse da quele malawaiane! alle 18 la partita finisce 3-1 per la squadra gialla. e quindi si passa alla premiazione. padre mario prende il microfono e mimma tiziana ed io consegnamo i vari premi. divise palloni e infine la coppa ai vincitori. da qui in poi sono solo danze per festeggiare. il calcio funziona sempre anche nelle peggiori situazioni!
la sera, anche se il mio running non è stato eccessivo, sono cotto e abbandono i giovani prima del tempo. non senza aver bevuto la nostra birra con marco. oltre la stanzchezza la cosa che mi assale è il pensiero che il giorno dopo sarà l'ultimo della mia missione e comincio ad avere un malessere mentale.
il sabato il lavoro non è eccessivo ma siamo sempre li alla dental clinic per svolgere il nostro lavoro. ma alle 12 mi tocca salutare lawrence e flocy. il pomeriggio la struttura è chiusa e non ci saremmo rivisti.
i primi saluti e le prime lagrime!
a pranzo siamo già piu silenzioni e padre mario ci invita alla messa della sera per salutare il signore in terra d'africa. il mio malessere aumenta sempre di piu, ed io sono sempre piu silenzioso. dopo pranzo prepariamo le valigie con mimma, cercando di lasciare il piu possibile fra vestiti e altri cose. sono superflue per noi che possiamo ricomprarle. per loro contano molto di piu.
alle 15 andiamo con giacomo a visitare un nuovo ospedale il Sister Teresa Hospital. ci ha cercato una delle sorelle, suor mariangela.
andiamo a mikoke, a 30 km di distanza. arriviamo all'ospedale e conosciamo suor mariangela. mai conosciuta una persona piubella. ci porta a visitare una stanza dell'ospedale dove tempo fà ha fatto piazzare una poltrona da dentista. ma non aveva mai iniziao il progetto. vedendo come lavora la smilemission, vorrebbe che prendessimo in mano la situazione per portarla avanti. io e marcomettiamo tutto in funzione. funziona quasi tutto. prendiamo nota del piu e del meno, qualche foto, e poi facciamo un giro dell'ospedale. bellissimo. queste sorelle delle poverelle lavorano proprio bene. purtroppo vediamo anche bimbi con flebo e i giovani genitori accanto a loro. faccio una foto, ma rivedendola e rivedendo i loro occhi disperati che mi guardano, la cancello immediatamente. non posso far vedere questa foto. non sono un fotoreporter!
alle 17 siamo di nuovo alla missione e con marco andiamo a bere la nostra ultima birra della missione. ci salutiamo a modo nostro, lui rimarrà ancora 3 giorni! la sera a cena siamo abbastanza silenziosi. kulapa si alza per il discorso di saluto a peppino e maria e a me e mimma. tocca rispondere al suo intervento. prima peppino e poi tocca a me. che difficile parlare con le lagrime agli occhi! ci ho provato. ma è stato deludente. penso che sono riuscito a far quasi piangere tutti. la sera sul terrazzino insieme a scrivere l'articolo. loro propongono e io condivido tutto perchè ho un nodo alla gola che non si muove piu. alle 22 a letto,ma la notte non si presenta breve. i pensieri sono fissi nella mia testa. è strano avevo paura a venire in malawi, ora ho paura a tornare in italia.
il mattino seguente è stato solo un pianto continuo con tutti. e il viaggio di ritorno non penso interessi a qualcuno. una cosa rimane ormai nel mio cuore. malawi sei un paese fantastico, bello e crudele nei confronti dei tuoi figli, ma finchè potrò tornerò per dare iuna mano.


ogni racconto a un ringraziamento e una dedica.
ringrazio saverio r. e tommaso p. perchè sono stati per me ciò che io ho provato ad essere in malawi. grazie alla loro dedizione disinteressata che hanno sempre per me.
dedico tutto a saverio che ci ha lasciati perchè pensava di non poter piu donare il grande amore che era in lui. cercherò di farlo io finchè potrò!
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