Via Francesco Saverio Riccio
I critici, nei confronti di F. S. Riccio, sin’ora, non sono stati concordi nei giudizi. Si va dall’entusiasmo di Giovanni Patari, che definì le poesie di Riccio “...limpide e schiette come acqua di polla”, di Michele Pane che scrisse “...mi entusiasmano talmente che son costretto a declamarle”, di Giuseppe Olivadoti, in “Calabria Letteraria”, che lo definì “il cantore dell’umile gente”, alla severità dei giudizi dei proff. Mario La Vecchia (M. La Vecchia: Il dialetto del Catanzarese - Artigrafiche Abramo) e Peppino Vitaliano (In prefazione a: FRANCESCO SAVERIO RICCIO Girifalcese - Tecnografica GNISCI San Lucido - Ed. a cura dell’Associazione Culturale GIRIFALCO - MONTPELLIER). Registriamo però, con soddisfazione, l’approdo della poesia di Riccio ai ... lidi della Letteratura Calabrese, quella ufficiale: il prof. Antonio Piromalli (A. Piromalli: La Letteratura Calabrese vol. II - Pellegrini Editore), anche se gli riserva un cantuccio modesto, lo accoglie nella sua opera letteraria, di recente pubblicazione: F.S. Riccio non fu un poeta fortunato, non ebbe gli... sponsor. Si riporta quanto di lui è scritto nell’opera di Piromalli dove le note biografiche ne evidenziano la ricca personalità: “...nato nel 1890 a Girifalco, emigrò giovanissimo in America come artigiano, nel 1926 coi tipi del giornale La Follia di New York pubblicò il primo libro di poesie dialettali, nel 1928 fondò il settimanale Il Colono, nel 1933 istituì una scuola per l’insegnamento gratuito della lingua italiana ai figli degli emigrati. La poesia può migliorare gli uomini lottando contro il vizio e i tiranni, il poeta è sempre dalla parte dei poveri con le proprie enunciazioni morali sulla natura umana sul sacrificio del lavoro: ma la natura nè si cangia mai...- nè cangia de la vipera lu denta-(...) ed io pensava che la razza umana-de sangu a mù s’abivara lu pana !!! Tutti credono che in America vivano solo i ricchi : io viju imbecia tanta genta povera - chi tanta nò nda vitti ‘nvita mia. Il mondo progredisce ma fina chi dura lu mangia mangia - dura la fama... dura la guerra! Da queste citazioni si può notare il carattere moraleggiante dei versi di Riccio il quale tende più allo scherzo bonario che all’incisività.